Il termine privacy, in termini molto sintetici, individua il diritto alla riservatezza della sfera privata di una persona.
Il suo significato si è molto evoluto nel tempo, anche in ragione della straordinaria evoluzione tecnologica che ha visto introdurre strumenti sempre più capaci di entrare nella vita delle persone. Contestualmente, è maturata una diversa sensibilità sociale per la tutela degli aspetti più intimi dell’esistenza umana.

Il termine privacy viene utilizzato in molteplici accezioni, spesso non sovrapponibili tra loro. Volendo individuare un comune denominatore tra tali accezioni, può ritenersi che rappresenta il diritto della persona di controllare che le informazioni che la riguardano vengano trattate da altri solo in caso di necessità.

Il diritto alla privacy ricomprende, ma non si esaurisce, nel diritto al segreto, così come non è interamente sovrapponibile al diritto alla protezione dei dati personali, che nasce come corollario del diritto alla riservatezza.
In tema di protezione di dati personali, l’introduzione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) ha aumentato le misure di protezione dei dati personali poste a carico di una serie di soggetti.

Tale protezione non dev’essere intesa come sinonimo di mera compilazione di moduli o di sporadica adozione di accorgimenti bensì, secondo il concetto di privacy by design, come vero e proprio modo di essere dell’impresa, che deve conformare la propria azione tenendo conto dei riflessi, anche potenziali, sui dati personali trattati.

Ciò comporta che non possa esistere uno schema organizzativo valido per tutti i soggetti obbligati, variando notevolmente le esigenze di protezione da attività ad attività.