Il 28 aprile 1977, Fulvio Croce è stato assassinato dalle Brigate Rosse.
Nato nel 1901, avvocato civilista, è stato il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino dal 1968 al 1977.
Nel 1976, a Torino, iniziò il processo ad alcuni componenti delle Brigate Rosse, tra i quali Renato Curcio e Prospero Gallinari.
Alla prima udienza, dopo essersi proclamati membri della BR, gli imputati revocarono i mandati ai rispettivi difensori.
Il Presidente della Corte d’Assise chiese al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di fornire un elenco di nominativi di difensori d’ufficio, procedendo alla nomina dei difensori degli imputati.
I brigatisti, affermando di non avere nulla da cui difendersi, minacciarono di morte tutti gli avvocati che avessero accettato di assumere la loro difesa.
In seguito alla rinuncia da parte dei difensori nominati, come previsto dall’art. 130 del codice di procedura penale vigente, la Corte nominò difensore d’ufficio il Presidente dell’Ordine degli Avvocati.
Benché civilista, l’avvocato Croce accettò l’incarico e scelse gli altri difensori tra i consiglieri dell’Ordine, fra i quali, Franzo Grande Stevens.
Quest’ultimo, d’intesa con l’avvocato Croce, sottopose alla Corte la questione di legittimità costituzionale dell’art. 130 del codice di procedura penale nella parte in cui imponeva anche all’imputato politico la presenza della difesa tecnica, pur contro la sua volontà. A sostegno della propria tesi, richiamò la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, laddove la stessa prevedeva il diritto dell’imputato di scegliersi un difensore o difendersi da solo. In altri termini, l’avvocato Grande Stevens sostenne che quello alla difesa è un diritto ma non un obbligo.
La Corte d’assise, probabilmente anche sotto la spinta emotiva dell’omicidio del Procuratore della Repubblica Francesco Coco, avvenuto in quei giorni, ritenne manifestamente infondata l’eccezione di incostituzionalità e così Fulvio Croce assunse la veste di difensore d’ufficio dei brigatisti, chiedendo un termine a difesa, per poter studiare adeguatamente le carte processuali.
Pochi giorni prima della ripresa del processo, il 28 aprile 1977, mentre si recava nel suo studio insieme alle due segretarie, l’avvocato Croce venne intercettato da un gruppo di fuoco delle Brigate Rosse: mentre le segretarie venivano allontanate, il brigatista Rocco Micaletto lo uccise con cinque colpi di pistola, prima di scappare insieme ai complici.
Il giorno stesso la Brigate Rosse rivendicarono l’attentato con una telefonata.
Il processo subì un notevole rallentamento, per costituire la giuria popolare ci volle circa un anno.
L’8 marzo 1978 vennero nominati i nuovi difensori d’ufficio, ai quali si aggiunse, volontariamente, il nuovo Presidente dell’Ordine degli Avvocati, Gian Vittorio Gabri.
Il processo si concluse il 23 giugno del 1978 con la condanna di 29 imputati, con pene tra i 10 e i 15 anni, e 15 assoluzioni.
All’ultima udienza, il Presidente Gabri lesse il documento difensivo finale, firmato dai 19 difensori d’ufficio e, a mano a mano che veniva indicato, ognuno degli avvocati si alzò esponendo la propria toga al collegio.
Nonostante le intimidazioni, i difensori erano rimasti al loro posto al fine di controllare il rispetto delle norme di rito ma senza esercitare la difesa di merito dei loro assistiti.
Come aveva indicato l’avvocato Croce, il ruolo del difensore fu quello di garante di un giusto processo e, anni più tardi, la Corte Costituzionale gli diede ragione, stabilendo che l’ordinamento garantisce il diritto di difesa ma non lo impone e il difensore deve presenziare, adeguandosi alla volontà dell’imputato.
Rocco Micaletto, autore materiale dell’assassinio di Fulvio Croce, fu arrestato e condannato a tre ergastoli, il suo complice, Lorenzo Betassa, morì in una sparatoria con la polizia. Angela Vai, la complice che fece allontanare le segretarie, fu processata e condannata all’ergastolo.
Il 5 dicembre 1977, l’avvocato Fulvio Croce è stato onorato con la Medaglia d’oro al valor civile.
Nel 2000, Franzo Grande Stevens ha pubblicato il libro, a lui dedicato, Vita d’un avvocato e, nel 2004, è stata costituita la Fondazione dell’Avvocatura Torinese Fulvio Croce.
Gli sono stati dedicati incontri, aule di udienza e targhe commemorative, Rai Trade e il COA di Torino hanno prodotto il film “Avvocato!”.
Nel corso di alcune cerimonie di impegno solenne e dopo il giuramento di rito, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Milano ha donato una copia del film-documentario a ciascun giovane neo-avvocato.
Per non dimenticare il sacrificio di Fulvio Croce, la sua consapevole consegna alla morte per aver subordinato la sua stessa sopravvivenza alla difesa della dignità della toga che indossava.
Fulvio Croce, 1901 – 1977