Il diritto di famiglia disciplina i rapporti familiari, tra i quali parentela e affinità, matrimonio, unione civile, convivenza di fatto e contratti di convivenza, rapporti personali fra i coniugi, rapporti patrimoniali nella famiglia, la filiazione, rapporti fra genitori e figli, la separazione personale dei coniugi ed il divorzio.

Perché il diritto per disciplinare un fenomeno naturale, quale la famiglia?
Qualche anno fa, ha scritto il sociologo Bonomi «Nel corso degli ultimi vent’anni la famiglia è uno dei teatri più drammaticamente al centro delle trasformazioni economiche, sociali e culturali che attraversano la nostra società. È indubbiamente anche un luogo simbolico di contesa (…).
In questo scenario (…) si rende ancor più necessario del passato il cosiddetto diritto di famiglia, non per interferenza ma per svolgere la funzione connaturale del diritto che è quella di congiungere (diritto dal latino “ius”, dal verbo iungere, unire, collegare)».

Al diritto di famiglia in senso stretto si affianca il c.d. diritto della persona, riguardante l’amministrazione di sostegno, l’interdizione, l’inabilitazione e altri diritti fondamentali della persona (tra questi, a titolo esemplificativo, la procreazione assistita, il diritto al nome, la rettifica del sesso, il testamento biologico, il diritto all’oblio, alla reputazione, la tutela da ogni forma di discriminazione). 

In questo ambito, un’assistenza legale equilibrata può assumere una valenza molto più significativa rispetto a quella che ha in altri settori di intervento: può essere un fattore fondamentale nel recupero o nella creazione di un equilibrio, decisivo per la vita e per la serenità delle persone e soprattutto delle giovani anime che si trovano improvvisamente a navigare in acque tempestose quando i genitori non riescono a governare il timone delle loro imbarcazioni.