Spesso, imprese e persone fisiche ricorrono all’avvocato per risolvere un conflitto già insorto, a volte aggravato dal fallimento di tentativi risolutivi “fai da te”.

In questi casi, al professionista è affidata non solo la disamina della questione giuridica, ma pure la risoluzione del conflitto generato dai tentativi personali falliti.

Anche quando l’avvocato risolve i problema, la tardività del suo convolgimento non resta senza conseguenze: maggiori costi, compromissione dei rapporti tra le parti, perdita di chances, stress.
È sicuramente più lungimirante la decisione di chi, al fine di evitare l’insorgere delle controversie, si avvale dell’avvocato in via preventiva, facendo ricorso ad una consulenza.

È una scelta previdente, che può evitare o ridurre i conflitti, riduce i costi, consente di mantenere migliori rapporti personali e commerciali, riduce lo stress, permette di impiegare le risorse mentali, temporali ed economiche in attività costruttive.
L’attività di consulenza si rivela ancora più efficace se assume il carattere della continuità, quando si ingenera con l’avvocato un rapporto costante e durevole, nel quale il professionista assume un ruolo di consigliere, presente nelle scelte economiche più importanti.
Il rapporto continuativo permette all’avvocato di avere una visione d’insieme, così da consentire al cliente, soprattutto se si tratta di un’impresa, di essere “compliante”, rispettoso della miriade di prescrizioni che la legislazione attuale impone, e di godere di un notevole risparmio economico.